legge salva suicidi

Legge salva suicidi: perché prende questo nome?

La legge salva suicidi, ovvero la normativa 3 2012, ha davvero salvato la vita a chi aveva contratto molti debiti e non era nelle condizione di poterli ripagare.

Purtroppo, non sono pochi i casi noti alle cronache di persone che hanno deciso di porre fine alla loro vita a causa del sovraindebitamento. Molto spesso, infatti, vengono stipulati finanziamenti e accesi mutui e poi, magari perché sopraggiunge una situazione di crisi, ci si ritrova in difficoltà nell’ adempiere alle proprie obbligazioni. 

Legge anti suicidi: come mai si chiama così

Il nome così esplicito di questa legge nasce quando, dopo la sua approvazione, nel 2014, “Le Iene”, nota trasmissione televisiva, fa un servizio su questo decreto. In quel periodo, infatti, era molto diffuso il fenomeno del suicidio a causa del sovraindebitamento: da Nord a Sud, molti piccoli impreditori si ritrovavano alle prese con pesanti difficoltà economiche e la legge 3 2012 fu salutata come decreto anti suicidio che permetteva anche l’azzeramento debiti con Equitalia.

Grazie a questa legge, infatti, il Governo mise a disposizione dei debitori un primo strumento reale che dava la possibilità di risollevare la propria situazione economica, anche se complessa. Oggi, grazie anche a questa semplificazione giornalistica, la Legge 3 2012 è sicuramente più nota come “Legge anti suicidi”.

Il decreto anti suicidio e il concetto di sovraindebitamento

A questa normativa, definita dall’ordinamento come “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento”, spetta il merito non solo di aver dato la possibilità a tante persone di veder cancellare i propri debiti, ma ha introdotto anche il concetto del sovraindebitamento.

Con questo termine, infatti, oggi pienamente riconosciuto dalla legislazione italiana, si definisce la situazione di evidente squilibrio tra la disponibilità economica e i debiti residui. In anni di crisi, infatti, questa situazione è diventata sempre più diffusa, sia tra i privati che piccoli imprenditori e, quindi, la legge anti suicidi si è resa praticamente una misura necessaria.

Può capitare, infatti, che una persona, una famiglia o una piccola impresa, possa trovarsi in difficoltà a pagare i debiti contratti e, magari, non ha nemmeno disponibilità di un patrimonio liquidabile per coprire il debito.

Gli esempi tanti, come quello di un dipendente che perde il lavoro e non riesce più a pagare la rata del mutuo, così come una famiglia può essere alle prese con un’emergenza sanitaria che richiede ingenti quantità di denaro o un’impresa fare un investimento sbagliato, ma per fortuna con il decreto anti suicidi la situazione, seppur difficile, può essere affrontata da un’altra prospettiva.

Rivolgendosi a un consulente esperto, quindi, il debitore potrà accedere alla “Legge salva suicidi”, ma bisognerà dimostrare che sussista una situazione reale di crisi e che quindi non si abbiano le risorse per pagare le rate future.

Legge Salva suicidi 2021: un aggiornamento della normativa

A Settembre 2021, il decreto anti suicidi è stato interessato da un ulteriore aggiornamento. Infatti, la legge anti suicidi 2021, che fa parte del Codice della Crisi d’Impresa, prevede un ampliamento del suo raggio di azione per quanto riguarda i possibili beneficiari di questa normativa, la riduzione dei tempi per l’esdebitazione e anche sanzioni per gli istituti di credito che non hanno condotto un’analisi del merito creditizio dei clienti in maniera accurata.

La legge 3 2012 non cambia molto negli obiettivi e nella sostanza con l’aggiornamento del 2021, ma sono introdotte alcune novità, tra cui la procedura famigliare, ovvero la possibilità per i membri d’una stessa famiglia, se conviventi, di poter presentare un unico piano di risoluzione della crisi.

Anche i soci di una sas o di una snc, grazie all’introduzione del Concordato Minore possono accedere a un unico piano, mentre tra le novità consistenti c’è quella dell’esdebitazione che diventa un diritto e, dopo un termine di 3 anni dalla liquidazione scatta in automatico.  

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