Se si ha la sfortuna di aver contratto un debito e di non averlo ancora ripagato, perché ad esempio se non sono state saldate alcune rate di un prestito, si corre il rischio di vedere il proprio nome iscritto nel Registro cattivi pagatori CRIF. Ma che cosa accade in queste circostanze?
In pratica, quando si è considerati dei “cattivi pagatori”, si viene registrati automaticamente nei Sistemi di Informazioni Creditizi (SIC), noti più comunemente come “registro dei cattivi pagatori” oppure “elenco cattivi pagatori”.
Tuttavia, la buona notizia è che è l’iscrizione nelle banche dati cattivi pagatori non dura per sempre e che comunque è sempre possibile fare qualcosa per riabilitarsi agli occhi dei potenziali finanziari. Scopriamolo insieme in questa guida!
Che cos’è e a cosa serve il registro cattivi pagatori Crif
I Sistemi di Informazioni Creditizi (SIC) sono utili banche dati attraverso le quali gli istituti di credito e le società finanziarie possono decidere se erogare eventuali finanziamenti o concedere crediti.
Infatti, i dati raccolti consentono di conoscere la storia creditizia di ogni cliente che richiede un prestito: questo database permette agli istituti di credito di poter prendere delle decisioni in tempi brevi.
Sarà dunque la banca, in base anche ad ulteriori accertamenti, come ad esempio, il reddito, la stabilità economica e patrimoniale, ad accordare eventualmente la concessione del credito.
Chi può accedere al Registro cattivi pagatori di CRIF
Ricordiamo che le banche possono accedere al registro cattivi pagatori CRIF solo nel caso in cui stiano valutando una richiesta di finanziamento o nel periodo di rimborso di quest’ultimo e che l’attività di CRIF è regolamentata dal Regolamento (UE) 2016/679, dovendo sempre avvenire nel pieno rispetto della normativa sulla privacy. In altre parole, gli istituti di credito (e i terzi in generale) non possono accedere alla CRIF cattivi pagatori se non sono specificamente autorizzati dal debitore.
Possiamo pertanto definire il Registro cattivi pagatori CRIF come un database, una lista di nomi di coloro che hanno dei ritardi di pagamento nei confronti di banche e finanziarie, ma la cui consultazione non è pubblica, bensì disciplinata da alcune regole piuttosto ferree, la cui violazione può comportare gravi conseguenze a chi si caratterizza per tale condotta.
Naturalmente, anche i debitori possono accedere al registro. Per conoscere la propria posizione, infatti, è sufficiente richiedere una visura, un che documento elencherà i vari prestiti in corso riportando il dettaglio dei finanziamenti e il loro status.
É importante saper conoscere e interpretare i codici che la CRIF assegna a ogni voce per indicare la situazione. Per questo, è bene affidarsi a uno specialista esperto in debiti: la visura così ottenuta non riporta ad esempio il nome degli istituti di credito che hanno erogato un finanziamento al soggetto protagonista del documento.
Quando si viene segnalati al CRIF
Si viene inseriti nell’elenco cattivi pagatori solo se ha contratto un debito e una rata non viene pagata per più di due mesi, anche non consecutivi. Prima di essere inseriti nel registro cattivi pagatori CRIF, il debitore deve comunque ricevere una comunicazione, con un preavviso di circa 15 giorni.
Anche se solo uno dei finanziamenti in corso non dovesse essere in regola, accedere a ulteriori crediti diventa evidentemente molto difficile: solitamente, se il debito riguarda solo un paio di rate, la banca potrebbe concedere comunque dei crediti, ma applicando un tasso di interesse più alto o richiedendo ulteriori garanzie, come la firma di un fideiussore di fiducia.
Come avviene la cancellazione dal registro cattivi pagatori
Come accennato in precedenza, la rimozione del nominativo del debitore dall’elenco cattivi pagatori avviene in modo automatico, dopo un lasso di tempo preciso, se le rate mancanti vengono saldate.
Solitamente, le informazioni relative al debitore vengono conservate nell’elenco cattivi pagatori per:
- 12 mesi dalla regolarizzazione, in caso di mancato pagamento di due rate;
- 24 mesi dalla data di regolarizzazione per morosità superiore a due mensilità;
- 36 mesi dalla scadenza del contratto se si tratta di morosità gravi o mai saldate.
É la banca a dare comunicazione al CRIF che il debitore ha saldato la rata, anche se spesso questo può non avvenire, o avvenire in maniera non particolarmente tempestiva. Ecco dunque che se la banca tarda ad aggiornare i dati, o se questi risultano errati, è possibile richiedere la cancellazione dal registro cattivi pagatori con una semplice richiesta o richiedere all’istituto di credito di procedere con la rettifica.
Le SIC, inoltre, eliminano il nome dal registro dei cattivi pagatori anche in caso di debitori che hanno usufruito della Legge 3 2012 che consente di ottenere l’esdebitazione.
Quanto costa verificare se si è iscritti nel registro dei cattivi pagatori
In caso di esercizio del diritto di accesso, nella lettera di riscontro alla tua richiesta verrà indicato l’importo del contributo spese da versare alla banca dati, come CRIF. L’importo è però azzerato (gratuito) per le persone fisiche, mentre per le aziende comporta dei costi pari a 4 euro (IVA inclusa) nel caso in cui vengano rilevate informazioni, e a 10 euro (IVA inclusa) nel caso in cui invece non sia presente nessuna informazione.
Il pagamento potrà avvenire entro 15 giorni dal ricevimento della lettera di riscontro utilizzando la propria carta di credito sul sito della banca dati oppure recandosi in uno dei punti vendita Mooney – Sisal Pay utilizzando il codice a barre inviato nella comunicazione.
Informazioni sul registro cattivo pagatori CRIF
Se vuoi saperne di più sul funzionamento del registro dei cattivi pagatori CRIF o ritieni che ci siano delle segnalazioni errate, puoi naturalmente contattare l’agenzia ai recapiti che trovi su questo sito. Se preferisci puoi anche contattare direttamente CRIF, che sul proprio sito internet mette a disposizione un numero telefonico utile per ricevere informazioni su come inviare la propria richiesta di verifica dei dati e per conoscere tutti i tempi di conservazione dei dati.
Non potrai però subito parlare con un operatore, considerato che CRIF usa un sistema automatico che usa una voce registrata per aiutarti a trovare la risposta che cerchi. Solamente superato questo primo step di risposte automatiche potrai richiedere di parlare direttamente con un operatore e ottenere tramite lui i più specifici chiarimenti.
Sei stato iscritto al Registro dei Cattivi Pagatori? Oppure hai bisogno di un aiuto al fine di riuscire a ottenere il giusto esdebitamento? Scopri la soluzione di Specialista Debiti, Contattaci per liberarti dei tuoi problemi debitori.
A cosa servono le banche dati CRIF?
In questa parte finale del nostro approfondimento sulle banche dati CRIF e sul registro dei cattivi pagatori, possiamo condividere alcuni spunti che ci permettono di qualificare in modo ancora più corretto questo tema.
In particolare, ricordiamo che il CRIF ha come principale funzione quella di valutare l’affidabilità creditizia: quando richiedi un finanziamento, un prestito o una carta di credito, infatti, l’istituto finanziario consulta il tuo profilo CRIF per valutare la tua capacità di restituire il denaro prestato. L’autorizzazione alla consultazione la dai tu nel momento in cui firmi la domanda di prestito: nelle sue righe c’è anche l’autorizzazione al trattamento dei dati personali per l’indagine in CRIF.
Proprio grazie a questo accesso, le banche possono individuare i potenziali “cattivi pagatori” e limitare i rischi legati all’erogazione del credito. Ricordiamo infatti ancora una volta che all’interno della banca dati sui cattivi pagatori di CRIF sono contenute informazioni utili su prestiti, finanziamenti, carte di credito e non solo, offrendo così una panoramica piuttosto completa della situazione passiva del debitore.
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