La dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dall’apertura della successione, generalmente coincidente con il giorno del decesso. Questa prima dichiarazione non è, tuttavia, l’unica dichiarazione che è possibile presentare: in questo approfondimento parlerò in particolar modo della dichiarazione di successone modificativa, soffermandomi sui riflessi debitori sugli eredi.
A cosa serve la dichiarazione di successione modificativa
Come suggerisce il suo stesso nome, la dichiarazione di successione modificativa consente di cambiare i dati presentati nella prima dichiarazione relativi ai dati anagrafici degli eredi, alle quote ereditarie, ai dati catastali degli immobili e a quelli relativi alla liquidità.
Attraverso la dichiarazione di successione modificativa, pertanto, il dichiarante può cambiare profondamente quanto già comunicato nella prima dichiarazione, arrivando ad aggiungere o togliere eredi rispetto a quanto precedentemente illustrato. Di contro, con questa dichiarazione non si può aumentare il valore dell’eredità: in altre parole, si possono modificare eredi e quote, ma non si possono aggiungere beni.
Di qui, la profondità di azione della dichiarazione modificativa, che potrebbe restringere, allargare o cambiare il recinto degli eredi del de cuius, con ciò che ne riflette sul peso dei debiti in capo a ciascun soggetto interessato.
È chiara, in tal punto, la risposta all’interpello n. 664 da parte dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui “la dichiarazione di successione modificativa (art. 28, comma 6 e art. 31, comma 3, TUSD), consente di modificare i dati presentati nella prima dichiarazione relativi ai dati anagrafici degli eredi, alle quote ereditarie, ai dati catastali degli immobili ed ai dati relativi e liquidità. A differenza della dichiarazione integrativa, la dichiarazione di successione modificativa non può riguardare mutamenti relativi alla devoluzione dell’eredità”.
Differenze tra successione modificativa e dichiarazione integrativa e aggiuntiva
Nonostante a volte siano erroneamente intese come sinonimi, la dichiarazione di successione modificativa non deve essere confusa con quella integrativa o con quella aggiuntiva.
In particolare, ricordo che la dichiarazione di successione integrativa è una denuncia di successione redatta successivamente alla prima dichiarazione con lo scopo di aggiungere beni mobili o immobili, non inseriti precedentemente. Naturalmente, dopo aver apportato l’aggiunta di eventuali beni, si procederà – se ricorre il caso – al ricalcolo delle imposte ipotecarie e con il versamento all’Erario delle differenze così emerse.
Contrariamente alla dichiarazione di successione modificativa, attraverso la dichiarazione integrativa è possibile unicamente aggiungere eventuali beni, ma non si possono apportare cambiamenti all’indicazione degli eredi, né togliere beni che sono stati dichiarati dall’atto della prima successione.
Nella dichiarazione di successione sostitutiva, invece, il denunciate cerca di correggere eventuali errori che non è possibile modificare con la dichiarazione di successione modificativa e con quella integrativa.
Chi presenta la dichiarazione di successione modificativa
Di norma può presentare la dichiarazione di successione modificativa lo stesso soggetto che ha presentato la prima dichiarazione, ovvero:
- i chiamati all’eredità (per legge o per testamento) e i legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta, ovvero i loro rappresentanti legali
- gli immessi nel possesso dei beni, in caso di assenza del defunto o di dichiarazione di morte presunta
- gli amministratori dell’eredità
- i curatori delle eredità giacenti
- gli esecutori testamentari
- il trustee.
Per saperne di più sugli effetti della dichiarazione di successione modificativa, e su come i cambiamenti della figura degli eredi potrebbero avere effetti sui loro debiti nei confronti di Equitalia o, più in generale, sui debiti ereditari, consiglio a tutti i lettori interessati di contattarmi e domandare una consulenza dedicata su questo o altri temi inerenti la gestione delle proprie posizioni debitorie.
Chi invece vuole avere maggiori informazioni sulla denuncia di successione, può consultare anche la guida alla dichiarazione di successione sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Come si modifica una dichiarazione di successione
La dichiarazione di successione può essere modificata per correggere errori nella dichiarazione originaria, come ad esempio l’inserimento in eredità di altri beni. Non è invece possibile modificare o inserire eredi o annullare beni presenti in dichiarazioni precedenti.
Quanto costa una dichiarazione di successione modificativa
Qualsiasi sia il tipo di pratica di successione, è sempre necessario versare un’imposta ipotecaria di 35 euro e un’imposta di bollo di 64 euro. Le imposte vanno infatti pagate a prescindere che si tratti di successione principale, integrativa o modificativa.
Come si presenta la dichiarazione di successione modificativa
La dichiarazione di successione modificativa deve essere presentata telematicamente dal dichiarante che ha presentato la dichiarazione originaria. Bisognerà altresì indicare gli estremi di registrazione della prima dichiarazione di successione e riportare nella casella dichiarazione sostitutiva il codice 1.