Hai richiesto e ottenuto un finanziamento e, forse del fatto che hai un mutuo deliberato tra le mani, stai progettando i successivi passi: il consolidamento dei debiti, un investimento immobiliare e così via.
Ma che cosa accade se dopo il mutuo deliberato la banca rifiuta l’erogazione? L’istituto di credito che ha lasciato intendere che avrebbe erogato il finanziamento può tirarsi improvvisamente indietro e rovinare, in tal modo, i suoi sogni di migliore gestione della tua situazione finanziaria?
Considerato che la domanda ha già interessato alcuni lettori, ho ritenuto opportuno dare una spiegazione sintetica nelle prossime righe.
Cosa accade dopo il mutuo deliberato
Per comprendere che cosa succede in questi casi, proviamo ad agire per passi consequenziali.
Dopo che l’istituto di credito ha concluso positivamente l’istruttoria del mutuo, comunicherà al richiedente l’esito con una comunicazione scritta: un’abitudine che, diciamocelo, non sempre viene rispettata dalle banche, che a volte sostituiscono questa comunicazione formale con una più informale, telefonica.
Se però la banca ha prodotto una comunicazione formale di delibera positiva del mutuo, all’interno dello stesso documento indicherà non solamente l’accoglimento della richiesta del mutuatario, bensì anche l’importo massimo di concessione e la validità della delibera (ad esempio, 30 o 60 giorni).
Quando la banca può tirarsi indietro
Fin qui, un percorso regolare: dopo il mutuo deliberato il mutuatario potrà proseguire con gli step successivi e, ad esempio, organizzare il consolidamento dei debiti o chiamare il notaio per fissare l’appuntamento per il rogito del contratto di finanziamento di acquisto casa.
Tuttavia, anche dopo il mutuo deliberato e dopo la comunicazione della delibera positiva al mutuatario, l’istituto di credito può tirarsi indietro.
La banca può infatti sempre riservarsi la facoltà di risolvere l’impegno assunto con la delibera del mutuo e la successiva comunicazione per giusta causa sopravvenuta, sulla base di quanto previsto dall’art. 1822 c.c., secondo cui
Chi ha promesso di dare a mutuo può rifiutare l’adempimento della sua obbligazione, se le condizioni patrimoniali dell’altro contraente sono divenute tali da rendere notevolmente difficile la restituzione, e non gli sono offerte idonee garanzie.
Insomma, se dopo la comunicazione del mutuo deliberato dovessero sorgere nuovi elementi che modificano le valutazioni dell’istituto di credito e che se conosciute avrebbero indotto la banca a non concedere il mutuo, l’istituto può ben tornare sui propri passi, sia rifiutando l’erogazione, o acconsentendo all’erogazione per un importo inferiore a quanto comunicato (di qui, il motivo per cui nelle comunicazioni di delibera la banca fa sempre riferimento all’importo massimo).
Mutuo deliberato e rifiuto ad erogare: cosa fare?
Insomma, non si è pienamente sicuri della possibilità di poter realizzare le proprie operazioni anche in caso di mutuo deliberato e di comunicazione della delibera, se insorgono dei cambiamenti sulla propria situazione successivi o scoperti alla delibera stessa. Ma cosa fare in questi casi?
Come ho sempre il piacere di ricordare in queste pagine, ci sono diverse cose che il debitore può fare per tutelare i propri interessi e ci sono tante opportunità – anche previste dalla legge – in favore dei debitori che desiderano risolvere le proprie situazioni di sovraindebitamento o portare a compimento le operazioni finanziarie desiderate.
Per sapere quali sono e comprendere quanto sia più semplice di ciò che immagini ritrovare un miglior equilibrio nella tua gestione finanziaria, ti invito a contattarmi: valuteremo insieme qual è la tua attuale situazione debitoria e quali strade ti sono riservare per uscire o prevenire condizioni di sovraindebitamento.