I debiti Equitalia sono legati al mancato pagamento delle tasse e di alcuni adempimenti obbligatori sia per i cittadini privati sia per società, liberi professionisti, aziende ecc…
Quando si accumulano eccessivi debiti con l’ex Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate e Riscossione è possibile cercare una soluzione per estinguerli, ma questa può essere rappresentata dal Saldo e Stralcio con Equitalia? Oppure è meglio rateizzare Equitalia? Lo scopriamo nel dettaglio in questa guida.
Saldo e stralcio debito Equitalia: come funziona?
Il Saldo e Stralcio Equitalia è stato introdotto con la legge numero 145/2018 e ha riguardato tutti coloro che volevano ridurre le somme dovute in quanto in forti difficoltà economica.
Questa procedura non è più accessibile ai debitori, in quanto, la legge prevedeva una scadenza al 30 aprile del 2019 come termine ultimo per la presentazione della domanda. Questo termine è stato poi aggiornato al 31 luglio del 2019 con l’applicazione del Decreto Legge n.34 del 2019 conosciuto anche come Decreto Crescita e convertito con modificazioni dalla legge 58/2019.
Il saldo e stralcio previsto da questa legge era accessibile esclusivamente alle persone fisiche che avevano contratto i loro debiti con l’Agenzia Entrate e Riscossione dal 1 gennaio del 2000 al 31 dicembre del 2017. La misura agevolante ha permesso di ottenere a chi l’ha richiesto una riduzione degli importi dovuti e l’azzeramento degli interessi di mora e sanzioni.
Questa procedura era inoltre accessibile solo per i carichi che derivavano dai versamenti di autoliquidazione, quali i contributi previdenziali. Inoltre, si poteva fare richiesta solo in presenza di un valore ISEE al di sotto dei 20 mila euro.
Perché non si può utilizzare il Saldo e Stralcio dei debiti Equitalia?
Non è possibile utilizzare la procedura di Saldo e Stralcio per i debiti con l’Agenzia delle Entrate e Riscossione. In quanto, a parte la legge sopracitata che però non è più accessibile, anche la tradizionale procedura di saldo e stralcio per le situazioni debitorie richiede un accordo basato sulle parti che permette di pagar meno i propri debiti.
Dato però che le tasse da versare allo stato non possono essere ridotte, perché altrimenti si viola il principio di eguaglianza di trattamento dei cittadini, non si può utilizzare questa procedura per ridurre i debiti o pagare Equitalia. Allora in che modo rateizzare o riuscire a pagare i propri debiti contratti con lo Stato? Lo scopriamo insieme.
Le soluzioni migliori per pagare i debiti di Equitalia
Per riuscire a liberarti dai debiti e pagare quanto dovuto ad Equitalia puoi scegliere diverse soluzioni. Ecco alcune delle principali.
Ricorso contro vizi e cartelle nulle
Prima di procedere al pagamento delle cartelle esattoriali è consigliabile verificare se ci siano o meno dei vizi di forma oppure delle cartelle da annullare e contestare in quanto prescritte oppure non a carico vostro.
Richiesta di rateazione
La seconda soluzione che si può adottare è quella di richiedere direttamente all’agenzia delle Entrate una rateizzazione del debito. Rateizzare il debito con Equitalia vuol dire andare a dividere la somma dovuta, comprese le tasse e le more da corrispondere, in un piano di ammortamento di massimo 7 anni.
Si può accedere anche a un piano di ammortamento in 10 anni solo nel caso in cui si dimostri un reddito familiare non sufficiente a sostenere la rata della ripartizione in 84 rate. In questo caso non si può accedere alla procedura online ma bisogna chiedere la rateizzazione direttamente presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione.
Legge 3/2012
Un’altra soluzione che può essere adottata in caso di sovraindebitamento è quella prevista dalla legge 3/2012 conosciuta anche come salva suicidi. In questo caso si ha la possibilità di istruire una pratica d’istanza che dev’essere presentata al giudice con la richiesta di effettuare un pagamento percentuale di quanto dovuto.
In base alla natura del debito, il giudice a fronte della meritevolezza del richiedente può fornire l’autorizzazione a pagare al creditore una somma che può realmente sostenere e dilazionare in genere in non più di 120 mesi.