Pignoramento del Conto Corrente: quali sono i limiti?

Quando si ha una situazione debitoria complessa è possibile che il creditore arrivi a richiedere il pignoramento del conto corrente. Ma perché si procede con il pignoramento conto corrente?

Questa è una forma di pignoramento presso terzi conto corrente che viene attivata da parte di creditori, come banche, istituti di Credito o Agenzie delle Entrate, nel caso in cui il debitore non disponga altri beni mobili o immobili che possano fungere da garanzia.

Ma come evitare il pignoramento del conto corrente? Si può davvero sospendere questo provvedimento? Scopriamolo insieme.

Quali sono i limiti del pignoramento del conto corrente?

Il pignoramento del conto corrente ha dei limiti. La legge, infatti, impone dei limiti alle possibilità di pignorare un conto corrente, ad esempio se viene previsto prima un pignoramento dello stipendio o pignoramento pensione Inps prima di questa procedura.

In genere, la normativa prevede che si possa pignorare il conto corrente solo in parte. Il lavoro dipendente in genere vede il blocco dei soldi depositati solo se la cifra messa sul conto corrente supera il triplo dell’ammontare dell’assegno sociale.

Il denaro che viene accreditato successivamente alla notifica di pignoramento, invece, viene bloccato solo per 1/5 e non del tutto.

Per i lavoratori autonomi invece è possibile che il creditore possa aggredire tutto l’ammontare dei soldi presenti in banca. Il denaro viene aggredito solo dopo una notifica di pignoramento. Questo vuol dire che si può bloccare il provvedimento nel momento in cui si riesce a rateizzare il debito o ripagare il creditore.

I limiti al pignoramento prevedono anche che non si possano aggredire i risparmi presenti nei depositi bancari nel caso in cui si possiedano sul conto solo entrate provenienti da:

  • Assegni di accompagnamento per i disabili
  • Rendite di assicurazione sulla vita
  • Pensioni d’invalidità

Se il conto è cointestato e il debito è personale il pignoramento può essere effettuato solo sul 50% della somma che è stata depositata sul conto corrente bancario.

Non ci sono limiti di pignoramento del conto corrente quando questo viene richiesto per crediti alimentari come quelli richiesti in caso di divorzio a figli minorenni a carico, dove il coniuge non paghi gli alimenti spettanti al proprio ex o figlio.

Come si sblocca un conto corrente pignorato?

Come si sblocca il conto corrente se è stato pignorato. Lo sblocco del pignoramento del conto corrente è un risultato complesso da ottenere in quanto non si può effettuare solo per desiderio da parte del debitore.

In genere, la procedura può essere attivata: su richiesta da parte del creditore, da parte dell’agenzia dell’Entrate di Riscossione, in seguito al ricorso da parte del debitore.

Sblocco del conto corrente su richiesta del creditore

Lo sblocco del conto corrente su richiesta del creditore avviene quando quest’ultimo soggetto vuole depositare in Tribunale con un’apposita rinuncia espressa dove si afferma e si raggiunge un’intesa direttamente con il debitore e si estingue di conseguenza il pignoramento.

Sblocco del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione

In questo caso lo sblocco del conto corrente avviene a due condizioni: l’utente ha deciso di richiedere una rateizzazione del debito e ha pagato le prime rate, oppure il debitore ha saldato il debito. Infine, il debito non doveva essere ascritto e quindi vincendo un ricorso è stato cancellato.

Ricorso da parte del debitore

Infine, è possibile per il debitore opporsi all’esecuzione del debito ad esempio con la contestazione di uno o più vizi all’interno della procedura di pignoramento del conto corrente. In genere si possono muovere due tipologie differenti di opposizione: quella dell’esecuzione e l’opposizione di forma della procedura.

Nel primo caso si va a contestare l’esistenza di un diritto da parte del creditore. Ad esempio per la prescrizione del debito oppure perché lo si è già pagato. Questa opposizione si applica anche in caso di errori di conteggio del debito contratto.

Il secondo caso di opposizione alla forma della procedura si verifica nel momento in cui il debitore contesta gli atti esecutivi. Questa opposizione si deve svolgere entro venti giorni dalla notifica all’atto, oltre questa data non può essere più presentata.

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