Le ultime notizie sulla procedura concordato preventivo biennale che emergono dal governo lasciano intendere che il nuovo concordato soft sarà per molti, ma non per tutti. A rischiare l’esclusione dalla procedura sono infatti tutti quei contribuenti che hanno almeno 8 nella pagella fiscale degli Isa o applicano il regime forfettario, con 3,1 milioni di imprese e autonomi potenzialmente interessati dalla novità.
Tuttavia, lo schema di decreto delegato sull’accertamento, approvato recentemente dal Consiglio dei ministri, ha previsto alcune importanti cause di esclusione.
Le cause di esclusione dalla procedura concordato preventivo biennale
Iniziamo con il condividere come la prima causa di esclusione dalla procedura di concordato preventivo biennale sia (in relazione al periodo di imposta precedente a quello a cui si riferisce la proposta di concordato) la presenza di debiti tributari o contributivi pari o superiori a 5.000 euro, se accertati con sentenza o atti definitivi.
La causa di esclusione sembra penalizzare principalmente le partite IVA che sono rimaste in arretrato con il piano di versamenti alle Casse previdenziali o all’Inps, mentre nel limite dei 5.000 euro non ricadono i debiti sospesi o rateizzati.
Altre cause di esclusione si riferiscono invece alle situazioni di scarsa affidabilità. Non potrà dunque accedere chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi per almeno uno dei tre periodi di imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato.
Identicamente, sarà escluso colui che nei tre periodi precedenti è stato condannato (o ha patteggiato) per reati tributari, di false comunicazioni sociali o di riciclaggio.
La pagella fiscale
Tra le altre cause di esclusione, come abbiamo già ricordato, anche la presenza di un voto Isa inferiore a 8. I contribuenti sotto questa votazione sono il 55,4% dei 2,1 milioni di soggetti Isa, i quali avranno però maggiori opportunità per adeguare la propria pagella relativa all’anno di imposta 2023, in maniera tale da meritarsi il vantaggio fiscale per il biennio 2024-25.
Per adeguarsi, dovranno caricare online entro il prossimo 20 giugno 2024 una serie di dati nell’applicativo che l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione entro il mese di aprile.
Si faccia poi attenzione al rischio di decadere dal concordato. A finire fuori dalla procedura di concordato biennale potranno infatti essere coloro che nei due anni del patto o in quello precedente risulteranno avere attività non dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi in chiaro. Uscirà dal concordato biennale anche colui che commetterà violazioni definite non lievi, come ad esempio avviene con tre o più contestazioni per mancate o inesatte emissioni di ricevute o scontrini, rilevante in giorni diversi e sempre nell’arco di un triennio.
Debiti fiscali e tributari, come gestirli con le procedure previste dalla legge
Tale materia tributaria e previdenziale è naturalmente la migliore occasione per ricordare a tutti i lettori, privati o aziende, che esistono diversi modi utili per gestire i propri debiti fiscali e tributari in maniera ordinata e vantaggiosa.
Da diversi anni, infatti, il nostro quadro normativo propone diverse soluzioni ideali per tutte quelle persone che si sentono schiacciate dai troppi debiti e desiderano uscire dal sovraindebitamento attraverso un piano sostenibile, in linea con le proprie effettive possibilità, che possa permettere loro di ottenere un nuovo equilibrio economico finanziario.
Se vuoi saperne di più su cosa si tratta, se vuoi avere maggiori informazioni sulla Legge 3 o vuoi più semplicemente condividere con noi quali sono le caratteristiche della tua situazione personale e professionale e capire che cosa possiamo fare per aiutarti a uscire dal sovraindebitamento, ti consigliamo di contattarci qui.