Riscossione coattiva: quando avviene e quali le conseguenze?

La riscossione coattiva avviene nel momento in cui a seguito di una procedura di accertamento è stato evidenziata la presenza di debiti e tributi non corrisposti all’Agenzia dell’Entrate e riscossione.

Dunque riscossione coattiva significato indica il mancato pagamento di una cartella esattoriale che porta a una riscossione dei tributi con una procedura forzata, se dopo aver ricevuto gli avvisi dall’ente non si procede a onorare il debito.

In questo caso, viene dunque, attivata una procedura di riscossione coattiva che può prevedere varie azioni da parte del creditore come ipoteca e pignoramento.

Cosa succede quando non si paga una cartella esattoriale

Cosa succede nel momento in cui non si corrisponde quando dovuto secondo una cartella esattoriale? Avviene subito la riscossione coattiva del debito? Il termine di pagamento previsto per le cartelle esattoriali è pari a 60 giorni dalla notifica.

Se nell’arco di tempo previsto non si paga il debito e non si presenta alcun ricorso, allora l’Agenzia delle Entrate e Riscossione procede con la riscossione coattiva.

In poche parole, l’Amministrazione si muove per riuscire a richiedere il pagamento dei tributi che non sono stati pagati e le somme richieste vengono notificate con gli interessi che sono maturati nel corso del tempo calcolati in base al valore dei tributi che non sono stati versati e al netto delle sanzioni commutate.

Come avviene la riscossione coattiva?

L’agenzia delle Entrate e Riscossione prevede diverse opzioni per procedere al recupero delle somme non versate con diverse procedure per la riscossione coattiva. Vediamo le principali.

Il fermo amministrativo Equitalia

La prima procedura che viene attivata e anche la più frequente è quella rappresentata dal fermo amministrativo ossia dalla confisca del veicolo con attivazione del blocco dell’auto presentata al PRA ossia al Pubblico Registro Automobilistico.

Per evitare il fermo amministrativo Equitalia bisogna fare il pagamento del debito o la sua rateizzazione entro 30 giorni o dimostrare che l’auto è un mezzo necessario per il proprio lavoro o bene strumentale per la propria impresa.

Iscrizione di un’ipoteca sulla casa

L’agenzia delle Entrate con le procedure di riscossione coattiva può anche scegliere di procedere all’iscrizione di un’ipoteca su un bene immobile.

L’iscrizione dell’ipoteca non può essere fatta se la casa è la prima e unica residenza del debitore e della sua famiglia, inoltre la si può ascrivere solo nel caso il debito superi i 200 mila euro. In genere, dunque, l’ipoteca viene applicata solo nel momento in cui: si ha un debito superiore ai 200 mila euro si ha una seconda casa o un locale commerciale di proprietà.

Pignoramento presso terzi

Un’altra soluzione prevista dall’articolo 96 del 2020 è il pignoramento presso terzi. Questo procedimento di riscossione coattiva permette all’ente di ottenere il pagamento di quanto dovuto attraverso: il pignoramento dello stipendio, il pignoramento della pensione, oppure il pignoramento del conto corrente.

Il pignoramento del conto corrente non può essere applicato nel caso in cui si abbiano debiti che risultano essere inferiori ai 10 mila euro.

Come opporsi alla riscossione coattiva? 

Come ci si può opporre alla riscossione coattiva? La soluzione più semplice e veloce per riuscire ad opporsi a una riscossione coattiva è pagare o rateizzare il debito.

Ma cosa si può fare se non si hanno abbastanza fondi per pagare il debito o rateizzarlo? E come fare nel caso invece il pagamento richiesto non sia invece ascrivibile al debitore?

Oggi è possibile trovare diverse soluzioni che permettono l’opposizione alla riscossione coattiva. Queste in genere sono più semplici da attivare e seguire se si sceglie di ottenere il supporto da parte di uno specialista del debito che possa aiutarti a liberarti da queste problematiche in modo corretto e con la soluzione migliore in base alla tua situazione economica. 

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