Assegno a vuoto: cos’è e quanto tempo si ha per coprire

L’assegno a vuoto, o assegno scoperto, è un assegno che viene emesso senza che sul conto corrente del traente (il soggetto che lo ha emesso) vi siano soldi sufficienti per coprire l’importo.

Ma che cosa succede in caso di assegno a vuoto? Ci sono delle conseguenze? Quanto tempo si ha per coprire un assegno a vuoto?

Cos’è l’assegno a vuoto

Come in parte ho già ricordato nelle scorse righe, l’assegno a vuoto è un assegno emesso senza la presenza delle sufficienti disponibilità economiche sul conto corrente. Si tratta dunque di un assegno che il traente ha emesso senza che sul conto vi siano somme adeguate per la copertura del suo importo.

Quello che accade è presto detto: il soggetto che lo presenta all’incasso viene avvisato dal proprio istituto di credito che l’assegno è privo di fondi e, dunque, non sarà pagato (e sarà stornato dal conto corrente nel caso in cui sia stato versato).

Evidentemente, le conseguenze non sono però finite con il solo mancato pagamento delle somme che si intendeva riscuotere.

Cosa succede al soggetto che emette l’assegno

Una volta che l’assegno è stato dichiarato impagato, la banca del soggetto emittente è tenuta a seguire uno specifico processo che inizia con l’informare il traente dell’accaduto. Nella comunicazione (in genere una raccomandata, frequentemente preceduta da una condivisione informale) la banca notizierà il cliente delle conseguenze che la legge ha previsto in questi casi, della possibilità di ricorrere al pagamento tardivo e del preavviso di revoca dell’autorizzazione a emettere assegni.

Il pagamento tardivo dell’assegno bancario

Il pagamento tardivo dell’assegno bancario deve avvenire entro 60 giorni versando la somma indicata sull’assegno, gli interessi, le spese di un eventuale protesto e una penale fissa del 10% sull’importo del titolo.

Attenzione, però. I 60 giorni non decorrono dall’emissione dell’assegno, bensì dal termine di presentazione dell’assegno: si tratta pertanto di termini complessivamente pari a 68 giorni (60 + 8) nel caso in cui l’assegno sia stato emesso su piazza (stesso Comune della banca) e a 75 giorni (60 + 15) nel caso in cui invece l’assegno sia stato emesso fuori piazza (altro Comune), partendo dalla data di emissione che è riportata sull’assegno.

Chiariti i termini utili per coprire l’assegno a vuoto, il pagamento tardivo deve essere effettuato versando la somma sul proprio conto corrente o pagando direttamente il beneficiario dell’assegno con un diverso strumento, producendo naturalmente una lettera di manleva che possa fungere da scrittura liberatoria per il debitore.

Cosa succede se non si paga l’assegno a vuoto

Nel caso in cui il pagamento dell’assegno a vuoto non avvenga entro i termini stabiliti per legge, la banca è obbligata:

  • a segnalare il nominato alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI);
  • informare il Prefetto del luogo di pagamento dell’assegno, che formalizzerà le sanzioni amministrative contestando al trasgressore la violazione.

Una volta segnalato in CAI, il soggetto non può sostanzialmente più accedere a qualsiasi forma di accesso al credito (prestiti, mutui, ecc.). Proprio per questo motivo consiglio a tutti i lettori che avessero emesso un assegno a vuoto a preoccuparsi di porre in essere tutte le azioni più opportune per evitare la segnalazione in CAI: puoi contattarmi a questi recapiti per comprendere come correre ai ripari prima che sia troppo tardi, e comprendere in che modo la legge preveda delle risoluzioni dei sovraindebitamenti piuttosto efficaci.

Ricordo altresì, con questa occasione, che l’informativa al Prefetto avvia l’apertura di un procedimento amministrativo (l’emissione di un assegno a vuoto non è più da tempo un reato) che, in caso di mancata opposizione, troverà fine con l’emissione di un’ingiunzione di pagamento della sanzione pecuniaria:

  • tra 516,34 euro e 3.098,74 euro per assegni sotto i 10.329,14 euro, ma con sanzione raddoppiata per importi superiori a tale cifra o in caso di recidiva;
  • in caso di superamento di un importo pari a 2.582 euro, la revoca dalla possibilità di emettere assegni tra 2 e 5 anni;
  • in caso di superamento di un importo pari a 51.645,69 euro, l’applicazione della sanzione accessoria dell’interdizione dall’esercizio della professione.

Se vuoi saperne ancora di più ti consiglio di dare uno sguardo a questo recente articolo sugli assegni postali impagati.

Condividi l'articolo

Torna in alto