Protestato cosa vuol dire e quali sono le conseguenze?

Tra le varie formule di pagamento ci sono a disposizione diversi titoli di credito, tuttavia, quando non si riesce a onorare un debito nemmeno usufruendo di questi strumenti, il creditore può avviare una procedura specifica per ottenere l’importo dovuto che porta il debitore a ricevere un protesto, ma protestato cosa vuol dire?

Il protesto è un atto pubblico con cui l’Ufficiale Giudiziario verifica l’assenza di pagamento e, quindi, attesta il debito. Quindi il protestato è colui che ha ricevuto la richiesta di pagare il debito contratto da parte di un ufficiale giudiziario.

Se ci si trova in questa situazione, la prima cosa da fare è sicuramente quella di rivolgersi a dei professionisti esperti che potranno aiutare a gestire la situazione nel migliore dei modi. Ma vediamo nel dettaglio cos’è un protesto e cosa fare!

Che cos’è il protesto

Per effettuare dei pagamenti, solitamente di cifre importanti, si possono utilizzare alcuni titoli di credito che sono disponibili sia per le persone fisiche che per le aziende.

Tra questi, ci sono:

  • la cambiale, che è in pratica un ordine che consente di rimandare il pagamento;
  • il vaglia cambiario, una promessa di pagamento che viene emessa dalla Banca d’Italia;
  • il vaglia postale o circolare, simile al precedente;
  • l’assegno bancario, circolare o postale che costituisce un ulteriore mezzo di pagamento sostitutivo del contante.

Tuttavia, se nemmeno attraverso questi strumenti e mezzi di pagamento il debitore riesce a pagare l’importo dovuto, viene aperto un protesto.

Questo documento, emesso dall’Ufficiale Giudiziario, viene poi inviato al Presidente della Camera di Commercio competente, ovvero quella relativa al territorio di residenza, solitamente il giorno successivo alla fine di ogni mese.

Ogni titolo di credito prevede diverse tempistiche per la richiesta del protesto che variano anche in base alla loro scadenza e alla loro modalità di pagamento.

Nel momento in cui il protesto viene inviato alla Camera di Commercio, viene poi pubblicato l’atto nell’elenco Ufficiale dei Protesti nei 10 giorni successivi.

Cosa fare se si è protestati

Ora che abbiamo visto cos’è un protesto e protestato cosa vuol dire, sarai interessato a scoprire cosa fare in questa situazione.

Se ci si trova alle prese con un protesto, il primo step è quello di affidarsi a uno specialista competente. Le conseguenze, e le soluzioni, sono diverse e variano in base al titolo di credito e al debito contratto per cui è necessario che la procedura sia gestita da persone specializzate.

Quando i protesti riguardano cambiali o vaglia cambiari, la richiesta di cancellazione del protesto va inoltrata direttamente al Presidente della Camera di Commercio della provincia di appartenenza. Se questa domanda venisse rifiutata, si potrà sempre ricorrere alla consulenza del Giudice di Pace.

Se però è trascorso oltre 1 anno dal protesto, la cancellazione si potrà ottenere solo a seguito della riabilitazione che andrà richiesta al Presidente del Tribunale della provincia in cui si risiede.

Invece, la normativa non prevede la cancellazione immediata del protesto per i mancati pagamenti degli assegni. Infatti, si ha diritto alla riabilitazione solo dopo 1 anno dal giorno della levata del protesto. Bisognerà comunque fare richiesta di riabilitazione al Presidente del Tribunale e solo dopo richiedere la cancellazione dal registro informatico protesti.

Le conseguenze per il protestato

É bene ricordare che, nel caso di mancato pagamento degli assegni, la Legge 386/1990 prevede il pagamento di una sanzione pecuniaria e la comunicazione del nominativo del debitore alla Banca d’Italia che provvederà a inserirlo nella Centrale di Allarme Interbancaria.

Inoltre, i protestati vengono considerati “cattivi pagatori” e inseriti in una lista di pubblico accesso, detta Registro Informatico dei Protestati, che consente a chiunque di verificare la posizione di un determinato soggetto.

Nel caso di assegni o cambiali non pagate, è possibile andare incontro a procedure esecutive che portano al pignoramento dei beni.

I protesti, purtroppo, possono avere conseguenza gravi e sono spesso situazioni molto complesse da gestire. Ecco perché è necessario agire in maniera tempestiva, cercando di stabilire sempre un rapporto chiaro e trasparente tra debitore e creditore e affidandosi a professionisti esperti.

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