La capitalizzazione degli interessi è un’operazione comune in grado di trasformare in capitale gli interessi che sono maturati su una somma a credito o a debito.
Si tratta dunque di un’operazione di matematica finanziaria piuttosto semplice, che genera un montante dalla sommatoria del capitale e degli interessi (M=C+I, dove M corrisponde – appunto – al Montante, e C e I sono rispettivamente il Capitale e gli Interessi).
Se quanto sopra è semplice, soprattutto nel momento in cui abbiamo un tasso fisso e una capitalizzazione annua, lo è un po’ di meno se si considera che il tasso di interesse ha sempre un periodo di riferimento e che non sempre questo è pari a un anno. La capitalizzazione degli interessi dipende dunque da quando questi interessi vengono maturati, accreditati e apportati sul capitale originario per formare il montante.
Proviamo a spiegarlo un po’ meglio.
Le tipologie di capitalizzazione
Innanzitutto, quando si parla di capitalizzazione bisogna tenere a mente che esistono differenti tipologie di capitalizzazione. Quelle che possono essere ritenute le principali sono tre, e comprendere i loro concetti e come funzionano, oltre che acquisire dimestichezza con alcune formule di riferimento nel loro conteggio, permetterà di effettuare delle scelte più ponderate e consapevoli.
In particolare, in relazione alle principali tipologie di capitalizzazione potremmo avere:
- capitalizzazione semplice. È il caso in cui gli interessi vengono sommati al capitale iniziale e questi dipendono dalla durata di applicazione del tasso;
- capitalizzazione composta. L’interesse realizzato in ogni singolo periodo si somma al capitale producendo interessi con una formula dove il tempo diventa n esponente;
- capitalizzazione mista. Unisce le caratteristiche della capitalizzazione semplice per quanto riguarda gli interessi su base annua alle caratteristiche della capitalizzazione composta per gli anni interi. Solitamente, questa tipologia d’interesse è quella utilizzata per i conti corrente.
Anatocismo e capitalizzazione degli interessi, due concetti contrapposti
Tutto ciò introdotto, possiamo ora compiere un piccolo passo in avanti nella spiegazione di un rapporto piuttosto controverso, quale quello tra anatocismo e capitalizzazione degli interessi.
Per comprenderlo bisogna ricordare che molto spesso con il termine di capitalizzazione degli interessi ci si riferisce alla trasformazione degli interessi in capitale, ma più da un punto di vista matematico che da quello giuridico.
È anche vero, però, che si parla di due piani molto diversi e che, dal punto di vista giuridico, il credito da interessi, non può trasformarsi in capitale: infatti, fin dallaDelibera CICR 9/2/00 – in deroga rispetto all’art. 1283 c.c. – il legislatore ha accompagnato la contemplazione della produzione di interessi al divieto di capitalizzazione degli stessi, impedendo cioè che gli interessi possano diventare capitale o, meglio, che gli interessi possano generare su di loro altri interessi.
Gli interessi debitori sulle aperture di credito
Rimandando al nostro approfondimento su anatocismo bancario e usura per saperne di più, vogliamo ora dedicare qualche riga al mondo in cui si trattano gli interessi debitori sulle aperture di credito e sugli sconfinamenti, una tipica situazione a cui molti italiani debitori sono abituati.
Quello che accade al cliente della banca è così sancito:
- gli interessi debitori sono conteggiati una volta l’anno, il 31 dicembre, ma diventano esigibili solamente il 1 marzo dell’anno successivo. In questo modo si consente al debitore di avere a disposizione un arco temporale adeguato per pagare il debito da interessi. In caso di chiusura definitiva del rapporto, però, gli interessi sono immediatamente esigibili;
- il cliente può autorizzare anche preventivamente l’addebito degli interessi sul conto nel momento in cui diventano esigibili. Se il cliente ha dunque autorizzato il pagamento degli interessi dovuti esigibili attraverso addebito sul conto ad esso incapiente, la somma dovuta riprenderà a produrre interessi attraverso una contabilizzazione separata.
Tutto ciò premesso, se si teme di aver ingiustamente pagato degli interessi eccessivi in relazione ai prodotti bancari stipulati, si può agire per vie legali: si tratta di una causa che spesso si risolve con la mediazione civile, prima di arrivare a procedimenti più impegnativi sia in termini di tempi che di costi. Contatta Specialista Debiti per sapere le opportunità che hai per uscire dai debiti!