Quando si apre un conto corrente, se sussistono le condizioni, la banca può concedere un fido. Il fido bancario, infatti, è uno strumento di credito concesso dagli istituti bancari che dà la possibilità ai propri clienti di disporre di una somma aggiuntiva, ovvero di poter usufruire di uno scoperto del conto corrente, senza andare incontro a problematiche.
Il fido del conto corrente è quindi un’opzione davvero utile sia per le famiglie sia per le aziende perché possono effettuare spese anche se il conto corrente è in rosso. Anche se il saldo è negativo, si possono effettuare prelievi entro i limiti stabiliti dalla banca: l’importo sarà rimborsato appena possibile. Tuttavia, se l’importo non viene saldato possono esserci spiacevoli conseguenze per il debitore.
Revoca fido bancario, quando avviene
La banca concede il fido, ma può anche revocarlo in qualsiasi momento. Infatti, l’articolo 1845 del Codice Civile afferma che la banca, in presenza di validi motivi possa sospendere il fido bancario. Questo avviene, ad esempio, quando il rating del cliente è peggiorato e non è considerato più solvibile.
Ad esempio, ciò si verifica quando il cliente ha subito un protesto, quando non ha pagato le rate di un mutuo o di una finanziamento oppure è stato inserito segnalato come cattivo pagatore.
É importante sapere, comunque, che la banca non può interrompere immediatamente e senza preavviso l’affidamento bancario così come deve avere delle motivazioni davvero valide. Nel caso di revoca del fido bancario, quindi, può essere utile affidarsi alla consulenza di professionisti esperti per verificare che sussistano le condizioni previste dalla legge e per stabilire un eventuale prescrizione debiti.
Non è raro, comunque, che dall’analisi tecnica del contratto e del rapporto bancario,possano evidenziarsi alcune anomalie o irregolarità che saltano all’occhio solo di esperti e che possono così annullare la revoca del fido.
Conto in rosso e Fido non pagato: quando si diventa cattivo pagatore
Ci sono nuove regole per chi va in rosso con il conto corrente: da Gennaio 2021, infatti, secondo il regolamento Eba entrano in gioco regole più stringenti e si corre il rischio di essere segnalati con più facilità come cattivi pagatori.
In pratica, la nuova normativa dice che gli istituti di credito devono classificare il valore di default del cliente che non paga le obbligazioni creditizie concesse da oltre tre mesi: basta che queste siano superiori a 100 euro o all’1% del totale delle obbligazioni.
Molte banche, quindi, potrebbero eliminare il fido bancario che, è necessario ricordare, non è un diritto del correntista, ma bensì una concessione che viene offerta quando sussistono le condizioni a discrezionalità dell’istituto di credito.
Alcune banche, visto il cambiamento della normativa, hanno previsto una soluzione morbida e provvedono al saldo delle bollette e delle scadenze, ma invitano il debitore a pagare quanto dovuto per evitare la segnalazione come cattivo pagatore.
Questo avviene perché la definizione di “sofferenze” economiche non viene modificata dal nuovo regolamento europeo sul default. La segnalazione di cattivo pagatore, quindi, avviene solo quando il debitore abbia comprovate difficoltà nel saldare quanto dovuto: la banca provvede quindi prima a valutare la situazione finanziaria complessiva del cliente.
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