I debiti dei genitori ricadono sui figli? Come evitarlo con gli strumenti previsti dalla legge

Molte persone si domandano se i debiti dei genitori ricadono sui figli o, magari, se si possono pignorare i beni dei figli a causa dei genitori.

Qual è la risposta a tale quesito?

Considerato che molte persone hanno espresso dubbi in tal proposito, ho deciso di dedicare un breve approfondimento su questo argomento, premettendo fin da subito che i debiti dei genitori tendono a ricadere sui figli solamente dopo la loro morte.

Fin quando i genitori sono in vita, dunque, i figli possono dormire sonni relativamente tranquilli: tranne alcune ipotesi (se, ad esempio, hanno prestato garanzie verso il padre o la madre) non dovranno preoccuparsi dei creditori dei genitori.

Quando i figli rispondono dei debiti dei genitori

Fin qui, qualche rassicurante premessa. Occorre tuttavia precisare che ci sono molti casi in cui i figli rispondono dei debiti dei genitori.

Il primo e più evidente è quello dell’eredità: se i figli accettano l’eredità, costoro diventano a tutti gli effetti eredi e, dunque, responsabili dei debiti del padre o della madre, per le parti corrispondenti alle proprie quote di eredità.

Ne deriva che fino a quando i figli non accettano l’eredità, i creditori non possono agire contro di loro.

Si consideri in tal proposito che i figli hanno 10 anni di tempo per accettare l’eredità, e che comunque chi ne ha interesse può ricorrere al giudice affinché venga posto un termine certo all’accettazione dell’eredità: se così non fosse, infatti, i creditori sarebbero esposti al rischio di attendere diversi anni prima di comprendere verso quale soggetto muovere le proprie pretese.

Se quanto sopra è chiaro, dovrebbe dunque esserlo anche il fatto che con la rinuncia all’eredità i figli non possono essere chiamati a rispondere dei debiti del padre o della madre: i creditori non potranno dunque pignorare i beni del figlio rinunciante.

Per tutelarsi dai debiti del defunto, poi, i figli possono anche procedere con l’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario, uno strumento previsto dall’art. 490 del codice civile che consente al figlio di ereditare tutti i crediti eventuali, ma di rispondere ai debiti con il solo patrimonio del de cuius, distinguendolo così dal proprio patrimonio personale.

In aggiunta a ciò, ci sono alcuni casi meno frequenti in cui i debiti dei genitori in vita ricadono sui figli: tra di essi, l’ipotesi in cui questi ultimi facciano da garante dei debiti dei genitori, firmando una fideiussione.

I debiti che non si possono trasmettere agli eredi

In ogni caso, è anche bene rammentare come alcuni debiti non si trasferiscano mai agli eredi, nemmeno a seguito dell’accettazione dell’eredità e, per i quali, non è dunque dovuto alcun pagamento.

In generale:

  • si trasmettono i diritti patrimoniali assoluti come la proprietà, i contratti e le obbligazioni;
  • non si tramettono i rapporti non patrimoniali, personali e familiari, che si estinguono dunque con la morte del titolare.

A titolo di esempio, cessano con la morte le sanzioni amministrative e tributarie, quelle penali, i debiti prescritti e gli assegni di mantenimento.

Insomma, traendo le necessarie conclusioni, sintetizzo che:

  • i figli dei genitori non rischiano nulla fino a quando i genitori sono in vita, poiché è solo il debitore che risponde delle obbligazioni contratte con i propri beni presenti e futuri;
  • le eccezioni a quanto sopra sono rappresentate da poche specifiche ipotesi, come il caso del figlio che presta garanzia sui debiti del padre o della madre con una fideiussione;
  • alla morte del genitore il figlio risponderà dei suoi debiti patrimoniali in caso di accettazione dell’eredità.

Per saperne di più e scoprire quale sia la causa dei debiti, potendo così individuare fra di essi quelli che rientrano o meno nella sfera patrimoniale degli eredi, ti invito a contattarmi qui.

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