La procedura di esdebitazione è un percorso particolarmente vantaggioso: permette infatti di cancellare i debiti accumulati al termine di un percorso previsto legge 3/2012, la legge salva suicidi, che dà diritto alla piena riabilitazione economica e finanziaria dei soggetti alle prese con situazioni di crisi.
Ma come funziona questa procedura? Come arrivare all’istanza di esdebitazione?
Istanza di esdebitazione: cosa dice la legge 3/2012
La procedura di esdebitazione del fallito si ritrova nell’ordinamento giuridico fin dal 2005 ma, in questo caso, si tratta di una condizione riservata esclusivamente agli imprenditori per saldare i debiti nei confronti dei creditori.
Con la legge 3/2012, invece, l’esdebitazione è stata estesa a un’ampia categoria di soggetti, quelli definiti non fallibili, come i privati cittadini, liberi professionisti e piccole imprese, e la procedura, che prima era lunga e complessa, oggi segue un iter semplificato.
Come accedere all’istanza di esdebitazione
Innanzitutto, per poter accedere all’esdebitazione, il debitore deve dimostrare di essere “meritevole” ovvero deve aver collaborato attivamente durante tutta la procedura, fornendo informazioni veritiere sulla propria situazione patrimoniale e non deve aver causato il sovraindebitamento con colpa grave o malafede. Inoltre, non deve aver già beneficiato di altre esdebitazioni nei cinque anni precedenti e deve aver svolto un’attività lavorativa adeguata alle proprie competenze.
La procedura inizia con la presentazione dell’istanza al tribunale, che verificherà la presenza di tutti i requisiti necessari. I creditori hanno la possibilità di opporsi, e il tribunale dovrà poi pronunciarsi sulla richiesta.
Una volta ottenuta l’esdebitazione, il debitore viene liberato dai debiti residui non soddisfatti e i creditori non potranno più agire per recuperare quanto loro dovuto. Ci sono però alcune importanti limitazioni: l’esdebitazione non si applica ai debiti derivanti da obblighi di mantenimento, a quelli per risarcimento danni, alle sanzioni penali e amministrative e ai debiti fiscali particolarmente gravi.
Lo strumento è dunque particolarmente importante perché permette di evitare l’emarginazione sociale ed economica di chi si trova in difficoltà, consentendogli di reinserirsi nel circuito economico. Rappresenta anche un importante deterrente contro il ricorso all’usura, offrendo una via d’uscita legale a situazioni apparentemente disperate.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che l’esdebitazione non viene concessa automaticamente. Il debitore deve dimostrare di meritare questa seconda possibilità, evitando comportamenti fraudolenti, false dichiarazioni sulla propria situazione patrimoniale o azioni che possano aggravare la propria posizione debitoria.
La collaborazione attiva con gli organi della procedura è in particolare un requisito fondamentale per poter beneficiare di questo strumento di ripartenza economica e sociale.
Soggetti e requisiti per accedere all’esdebitazione
La procedura di cui oggi abbiamo parlato è stata inizialmente pensata soprattutto per chi non può accedere alle normali procedure fallimentari, come i consumatori che hanno contratto debiti per scopi personali, i professionisti, i piccoli imprenditori che restano sotto la soglia di fallibilità, gli imprenditori agricoli e anche le start up innovative. Possono beneficiarne anche enti privati non commerciali, associazioni e fondazioni.
Per poter accedere a questa procedura, però, non basta appartenere a una di queste categorie.
I requisiti
Come abbiamo in parte già accennato, infatti, il legislatore ha previsto una serie di requisiti molto precisi che devono essere rispettati. Innanzitutto, deve essere accertata l’effettiva condizione di sovraindebitamento e il debitore deve dimostrare di essere “meritevole” di questa seconda possibilità: deve dunque svolgere un’attività lavorativa adeguata, collaborare attivamente durante tutta la procedura e presentare documentazione completa e veritiera sulla propria situazione patrimoniale. Inoltre, deve essere in grado di garantire almeno un pagamento parziale dei creditori.
Aggiungiamo poi che ci sono alcune condizioni che impediscono l’accesso alla procedura. Ad esempio, non può presentare l’istanza chi ha già usufruito dell’esdebitazione nei cinque anni precedenti o chi ne ha già beneficiato due volte. Allo stesso modo, viene escluso chi ha causato il proprio sovraindebitamento con colpa grave o dolo, chi ha compiuto atti in frode ai creditori o chi ha peggiorato consapevolmente la propria situazione debitoria.
Il tribunale ha il compito di verificare attentamente tutti questi requisiti. I giudici dovranno accertare che la documentazione presentata sia completa e veritiera, che non ci siano stati atti in frode ai creditori e che il piano di ristrutturazione proposto sia effettivamente realizzabile. Grande attenzione viene posta alla valutazione della meritevolezza del debitore.
La meritevolezza
Il requisito della meritevolezza è particolarmente importante e viene valutato considerando diversi aspetti: come si è comportato il debitore prima della crisi, quali sono state le cause che lo hanno portato al sovraindebitamento, quali sforzi ha fatto per cercare di risolvere la situazione, come ha collaborato durante la procedura e quale atteggiamento ha mantenuto nei confronti dei creditori.
La procedura può poi essere avviata solo se i debiti non sono stati contratti con colpa grave o malafede, se il debitore non ha disposto del suo patrimonio in modo ingiustificato, se ha cercato di mantenere un tenore di vita sostenibile e se ha fatto il possibile per onorare i propri impegni.
È importante sottolineare che basta il mancato rispetto anche di uno solo di questi requisiti per vedere respinta la propria istanza o per interrompere la procedura se già avviata. Per questo motivo, è fondamentale valutare attentamente la propria situazione prima di presentare la richiesta di esdebitazione.
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