Molte persone mi contattano per domandare se la prima casa è pignorabile o meno, nonostante sia considerata un bene di prima necessità e, dunque, sia da più parte ritenuta meritevole di tutela da parte del legislatore.
A complicare il tema vi è il fatto che i casi di impignorabilità della prima casa sono diversi e potrebbero creare qualche conclusione, e che in ogni caso si parla di un procedimento di pignoramento immobiliare della prima casa che è molto costoso e lungo, tanto da scoraggiare il creditore, il quale tende ad utilizzare questo strumento come ultima istanza nel tentativo di soddisfare le proprie posizioni creditizie.
Ad ogni modo, non scoraggiamoci e cerchiamo di comprendere insieme quali siano i casi di pignorabilità della prima casa e che cosa dice la legge.
Verificheremo anche quali sono i diritti del debitore e come tutelare il proprio patrimonio immobiliare agli occhi dei creditori.
La prima casa è pignorabile dalla banca?
Cominciamo con il chiarire se la prima casa sia o meno pignorabile dalla banca: un timore che spesso i nostri lettori hanno a causa di una posizione debitoria che è sorta nei confronti dell’istituto di credito e a cui non si riesce più a far fronte con regolarità.
Ebbene, potenzialmente – alle condizioni che vedremo nelle prossime righe – la prima casa è pignorabile attraverso un procedimento di esecuzione forzata da parte del creditore, in maniera simile (ma non uguale) a quanto potrebbe avvenire nei confronti del pignoramento di altri beni, immobili o mobili registrati.
In linea di massima, dunque, possiamo sicuramente condividere che questo bene è intaccabile se sussiste un debito di natura privata, come quelli nei confronti dei propri creditori bancari e finanziari. Di fatti, l’esecuzione forzata e il pignoramento della prima casa avvengono tutte le volte in cui il debito viene contratto con una finanziaria, una banca, con una controparte processuale, un fornitore, non vengono rispettati, e il creditore decide di esperire tale strada al fine di soddisfare la propria posizione creditizia.
Pertanto, in via generale, è possibile dare una risposta positiva: la prima casa è pignorabile dalla banca. Peraltro, bisogna anche considerare che in questo caso non sono previsti limiti minimi di debito: il privato può richiedere il pignoramento prima casa del debitore anche se l’importo dovuto ha un valore minore rispetto a quello dell’immobile.
Come abbiamo visto, però, dato però che spesso l’intera procedura ha una durata di diversi anni per poter essere portata a compimento, non sono poi tante le occasioni in cui il creditore agisce su questo bene, preferendo invece cercare altri tentativi di risolvere la controversia e recuperare così il proprio credito, almeno in parte.
Debiti Equitalia: quando può pignorare la prima casa?
Le cose cambiano nel caso in cui il creditore sia l’Agenzia delle Entrate – Riscossione: qui la prima casa non può essere pignorata per un debito minimo, perché la legge ha previsto alcuni parametri specifici che devono essere rispettati.
Di fatti, le cartelle esattoriali gestite dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione non portano, di fatto, a un rischio di pignoramento immobiliare a meno che il debito non sia alto e non si abbia di fatto un’altra abitazione e altre proprietà.
Più tecnicamente, la prima casa è pignorabile dall’Agenzia delle Entrate solamente se:
- il contribuente possiede altri immobili;
- l’immobile è accatastato come immobile di lusso;
- il contribuente non ha la residenza presso quell’immobile;
- l’immobile non è accatastato come civile abitazione.
In presenza di una o più di queste condizioni, si verifica la pignorabilità della prima casa da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione per i debiti Equitalia.
In ogni caso, l’ente ha comunque il dovere di rispettare determinate procedure per poter avviare il pignoramento immobiliare della prima casa.
Nello specifico, l’Agenzia delle Entrate deve svolgere degli accertamenti specifici, quali:
- verificare che il contribuente possieda realmente altri immobili;
- calcolare l’ammontare del debito che dev’essere complessivamente più di 120.000 euro;
- il valore complessivo dell’immobile o immobili posseduti dal contribuente deve superare i 120.000 euro.
Inoltre, l’Agenzia delle Entrate deve notificare il pignoramento attraverso una cartella esattoriale e attendere almeno 60 giorni, prima di poter notificare un preavviso di ipoteca.
Successivamente dovrà attendere altri 30 giorni per iscrivere l’ipoteca e altri sei mesi prima di poter procedere con il pignoramento immobiliare della prima casa vero e proprio.
Quando l’Agenzia delle Entrate Riscossione non può pignorare la prima casa
A questo punto può essere utile compiere una breve sintesi per comprendere quando l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non possa ignorare la prima casa in caso di debiti. Questa eventualità, infatti, non può ricadere se ricorre anche una sola delle seguenti condizioni:
- il debitore possiede solo quell’immobile e questo è adibito a civile abitazione, è la residenza del debitore e non appartiene alla categoria degli immobili di lusso;
- l’immobile non è stato previamente oggetto di ipoteca;
- il debitore non ha ricevuto per tempo il preavviso di iscrizione di ipoteca;
- il debitore ha un debito inferiore ai 120 mila euro;
- non sono passati almeno 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca;
- il valore dell’immobile – o di tutte le proprietà del debitore – non supera i 120mila euro;
- il debitore ha presentato la richiesta di un piano di rateizzazione debiti Equitalia per risolvere i debiti con l’ente.
Insomma, alla luce di quanto sopra abbiamo riassunto, è lecito condividere come il pignoramento immobiliare della prima casa sia un evento piuttosto raro, ancorché non impossibile, ma che si tende a evitare per valide ragioni, sia di natura economica, che di natura più pratica.
Nel caso in cui si abbiano dei debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, sarà peraltro ancora più semplice evitare questo spiacevole evento, rispondendo nei termini alle cartelle esattoriali e chiedendo una rateizzazione tempestiva del debito in corso.
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