Il pignoramento dello stipendio rientra tra le procedure richiedibili dai creditori che desiderano soddisfare le proprie pretese creditizie nei confronti di un debitore che, dopo aver contratto un finanziamento, non lo ha onorato nei tempi e nei modi previsti.
Per usufruire di questa soluzione, però, è necessario rispettare le procedure previste dal legislatore a tutela degli interessi di entrambe le parti.
Cerchiamo dunque di comprendere come funziona il pignoramento stipendio e in che modo ci si puòdifendere da quest’azione.
Che cos’è il pignoramento dello stipendio
Cominciamo con una breve introduzione di questo argomento, ricordando come il pignoramento sia disciplinato dall’art. 543 c.p.c., che ne regolamenta il funzionamento.
In particolare, la legge prevede che il pignoramento di cose che sono in possesso di terzi (come lo stipendio presso il datore di lavoro o accreditato in banca) si esegua mediante notifica al terzo e al debitore a norma degli artt. 137 e ss. c.p.c.
L’atto deve contenere, oltre all’ingiunzione al debitore di cui all’art. 492 c.p.c.:
- l’indicazione del credito per cui si procede, il titolo esecutivo e il precetto
- l’indicazione delle cose o delle somme dovute e l’intimazione al terzo di non disporne senza ordine del giudice
- la dichiarazione di residenza o l’elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il tribunale competente e l’indirizzo PEC del creditore procedente
- la citazione del debitore a comparire dinanzi al giudice competente, con invito al terzo a comunicare la dichiarazione di presenza o meno di cose pignorabili.
Una volta che l’ufficiale giudiziario avrà effettuato l’ultima notificazione, consegnerà al creditore l’originale dell’atto di citazione. A quel punto il creditore – pena l’inefficacia del pignoramento – dovrà depositare nella cancelleria del tribunale la nota di scrizione a ruolo, le copie conformi dell’atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto, entro trenta giorni dalla consegna.
Fin qui, una breve panoramica di come funziona il pignoramento. Ma quali sono i vantaggi per il creditore?
Perché il pignoramento stipendio è vantaggioso per il creditore
Il pignoramento dello stipendio è una soluzione molto diffusa e gradita ai creditori, considerato che offre alcuni interessanti vantaggi:
- il pignoramento di un quinto dello stipendio permette di avere i soldi in modo molto veloce rispetto alla possibilità di trarre soddisfazione sui beni immobili che, prima, devono essere venduti all’asta all’interno di procedure che possono richiedere diversi anni per essere portate a compimento;
- lo stipendio è facile da rintracciare, considerato che basterà poi notificare il pignoramento al datore di lavoro e alle banche presso cui si ritiene che il debitore abbia rapporti;
- la procedura è piuttosto rapida.
Pignoramento stipendio: i limiti
Tuttavia, il pignoramento dello stipendio incontra alcuni limiti, primo dei quali – generalmente – quello del 20% dello stipendio.
Tuttavia, ci sono alcuni casi in un cui la percentuale del pignoramento può superare il 20% dello stipendio. Si pensi ai crediti di natura alimentare, come quelli corrisposti nell’interesse dei figli in caso di separazione, che danno diritto al pignoramento stipendio del 30%.
Nel caso di debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate: la quota del pignoramento dello stipendio sarà calcolata sulla base del debito complessivo: si va da 1/10 per debiti non superiori ai 2.500 euro, 1/7 dello stipendio se l’importo del debito non supera i 5.000 euro, mentre si procede con il pignoramento di 1/5 dello stipendio se l’importo complessivo è superiore ai 5.000 euro.
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