Quando vengono contratti dei debiti, il debitore ha naturalmente l’obbligo di estinguerli in favore del creditore. Tuttavia, i debiti non sono eterni: può dunque capitare che – trascorso il tempo previsto dalla legge – le passività possano godere della c.d. prescrizione debiti, che fa scattare il momento a partire dal quale il creditore non può più richiedere il pagamento dei debiti.
In questo senso, dunque, la prescrizione dei debiti è un istituto giuridico che stabilisce un termine entro il quale il creditore (cioè colui a cui è dovuto un pagamento) deve agire per ottenere il pagamento del debito. Trascorso questo termine, il debito si considera prescritto e il debitore (colui che deve pagare) non è più obbligato a saldarlo.
A prima vista una simile previsione di legge potrebbe sembrare straordinariamente favorevole per il debitore e quasi ingiusta per il creditore. Le cose, però, sono un po’ diverse.
Prima di tutto, non è sempre semplice usufruire della prescrizione dei debiti, come vedremo. In secondo luogo, questo istituto trova le sue giustificazioni sulla necessità di garantire la certezza del diritto: dopo un certo periodo di tempo, infatti, il legislatore ha ritenuto corretto che le situazioni giuridiche si stabilizzino, evitando di far pendere in eterno su un soggetto un’obbligazione. Infine, la ratio della prescrizione del debitore è da ricercarsi anche nella necessità di tutelare il debitore da richieste di pagamento sorprese dopo un lungo periodo di tempo, durante il quale potrebbe aver dimenticato o alienato i beni necessari al pagamento.
Quando i debiti cadono in prescrizione
Oltre ad aver introdotto questo istituto, il legislatore si è assicurato di prevedere termini per la prescrizione dei debiti molto precisi e inequivocabili. I tempi – come vedremo nelle prossime righe – dipendono anche dal soggetto che ha contratto il debito e dal suo creditore, oltre che dalla tipologia di passività.
In generale, i termini per la prescrizione debiti sono:
- 10 anni per la maggior parte dei prestiti e i debiti bancari, oltre che dei debiti tra privati,
- 5 anni per i debiti senza richiesta di contratto, come eventuali danni arrecati a terzi o l’affitto non corrisposto di un immobile, secondo l’art. 2947 codice civile;
- 2 anni per i debiti relativi a danno causati dalla circolazione dei veicoli o utenze non pagate
- 1 anno, invece, per debiti delle rette scolastiche, assicurazioni come RC, furto e incendio.
Le cose non sono però mai così semplici come possono sembrare in questo elenco. Può infatti ben capitare che alcuni debiti possano essere qualificati come ibridi tra due categorie e, proprio per questo motivo, prima di puntare con troppo ottimismo sulla prescrizione del proprio debito, è sempre opportuno ricorrere alla consulenza di un operatore qualificato che possa assisterti nella verifica corretta dei termini di prescrizione.
Come interrompere i termini di prescrizione dei debiti
Fin qui, le buone notizie (o presunti tali) per il debitore. Tuttavia, ad onor di verità, bisogna sempre ricordare che non è facile usufruire della prescrizione dei debiti perché i termini di prescrizione possono essere interrotti dal creditore in ogni momento e in modo piuttosto semplice, determinando il riavvio da zero degli stessi termini.
In particolare, la prescrizione può essere interrotta da diversi atti, come:
- il riconoscimento del debito: il debitore può riconoscere il debito in modo esplicito o con atteggiamenti funzionali a ciò, determinando così il fatto che la prescrizione ricomincia a decorrere da capo;
- il pagamento di una parte del debito: il pagamento parziale è interpretabile come una condotta utile per interrompere la prescrizione;
- l’invio di una lettera di diffida: si tratta di uno dei modi più semplici per interrompere la prescrizione. Una lettera inviata dal creditore al debitore per sollecitare il pagamento riavvia i termini;
- l’atto di costituzione in mora: un atto formale con il quale il creditore mette in mora il debitore è altresì in grado di interrompere la prescrizione.
Cosa succede se il debito è in prescrizione
Se, con l’aiuto di un’agenzia debiti, ci si dovesse rendere conto che il debito è prescritto, allora il debitore non è più obbligato al pagamento. Il creditore non può in ogni caso essere condannato al pagamento delle spese legali sostenute dal debitore per far valere la prescrizione.
La prescrizione debiti con Agenzia delle Entrate, Inps e Inail
Generalmente, i termini di prescrizione debiti nei confronti del Fisco, e quindi di enti come l’Agenzia delle Entrate, Inps, Inail o Tar, sono indicati dalla giurisprudenza con un lasso temporale di 5 anni. Tuttavia, le cose meritano un approfondimento più specifico, perché in realtà i termini di prescrizione sono calcolati come segue:
- 10 anni per i tributi relativi alle cartelle IRPEF, IVA, IRLO, Canone RAI e diverse tipologie di imposte,
- 5 anni per i contributi INPS, contributi INAIL, multe o sanzioni amministrative o per le tasse come IMU, TASI, TARI, TOSAP;
Se non si ha a disposizione la cartella esattoriale relativa ai debiti verso enti e soggetti pubblici, e quindi non si riesce a risalire ai tempi per la prescrizione dei debiti, è possibile richiedere presso l’Agenzia delle Entrate, sia negli uffici che on-line, un documento specifico, l’estratto di ruolo, che riporta informazioni precisi e la data di ogni cartella esattoriale che deve essere saldata.
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Come funziona la prescrizione debiti bancari
Tutto ciò premesso, vediamo sinteticamente, ma più nello specifico, come funziona la prescrizione dei debiti bancari, considerato che è una di quelle su cui i debitori domandano le maggiori informazioni.
Ebbene, in generale per un debito con banca prescrizione scatta alla fine dei 10 anni per quanto concerne mutui, prestiti personali e cessione del quinto, così come per le somme dovute per capitale utilizzato con carta di credito.
La prescrizione dei debiti bancari scende invece a cinque anni per le somme che sono dovute a titolo di interessi contrattuali e per le somme dovute a interessi di mora.
FAQ Prescrizione Debiti
Concludiamo il nostro focus rispondendo ad alcune delle domande che sono state poste più frequentemente su questo argomento.
Quando va in prescrizione un debito non pagato?
La legge prevede diversi termini di prescrizione per i debiti non pagati. Il termine ordinario è di dieci anni dalla fine del contratto: è da questo momento in poi che il debitore non sarà più tenuto a rimborsare il credito.
Quali pagamenti vanno in prescrizione dopo 5 anni?
Il legislatore ha stabilito che vanno in prescrizione dopo 5 anni tutti i pagamenti che sono eseguiti periodicamente, come ad esempio l’abbonamento ad una pay-tv o gli interessi del mutuo.