La legge 3 2012, conosciuta anche con il nome di legge taglia debiti, permette al debitore di risollevarsi dalla sua situazione economica e finanziaria attraverso la procedura di liquidazione del patrimonio.
In questo modo, provvedendo alla vendita dei propri beni, tranne quelli impignorabili e ritenuti di prima necessità, i debitori potranno restituire la quota dovuta ai creditori.
Ecco tutte le informazioni sulla procedura di liquidazione del patrimonio che è valida solo per i soggetti non fallibili e che, quindi, non possono essere sottoposti alle consuete procedure concorsuali.
Che cos’è la procedura di liquidazione del patrimonio
La procedura di liquidazione del patrimonio prevede la vendita di tutti i beni del debitore per far sì che quest’ultimo possa trarne un ricavato per saldare i conti con i creditori.
Questa opportunità rientra nelle condizioni previste dalla legge 3 2012 ed è un’alternativa all’accordo di composizione della crisi e al piano del consumatore. Mentre queste ultime due consentono al debitore di saldare il debito secondo le proprie disponibilità economiche, qualora sia possibile, la procedura di liquidazione prevede esclusivamente la vendita dei beni di sua proprietà.
Anche in questo caso, è necessario l’intervento e la valutazione da parte dell’organismo di composizione della crisi, così come previsto dall’art.15 della legge taglia debiti.
Come richiedere la procedura di liquidazione del patrimonio
Quando i debiti da saldare sono molti e magari non si può optare per altre soluzioni, la procedura di liquidazione del patrimonio consente di poter ripagare i creditori tramite la vendita dei beni.
Per richiedere questa procedura è necessario seguire alcuni step ed è importante farsi supportare da professioni esperti.
Il debitore deve depositare la domanda presso il Tribunale competente, ovvero risiede o abbia una sede lavorativa, richiedendo la liquidazione di tutti i suoi beni come previsto dall’art.14-ter della legge 3 2012.
Alla domanda vanno allegati alcuni documenti: l’inventario dei beni di proprietà, la dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni, un documento relativo allo stato di famiglia e un elenco dettagliato dei creditori e dei debiti che ci sono nei confronti di ciascuno di essi.
Inoltre, con la presentazione della domanda bisognerà corrispondere anche 98 euro di contributo unificato e una marca da bollo da 27 euro.
Chi può richiedere la liquidazione del patrimonio
La procedura di liquidazione del patrimonio può essere richiesta solo dai debitori che siano definitivamente incapaci di far fronte a tutti i propri debiti e che rientrino tra i soggetti non fallibili, come i cittadini privati, i professionisti e i piccoli imprenditori che, infatti, sono i principali destinatari di questo procedimento.
La domanda di liquidazione del patrimonio spetta al debitore: i creditori, infatti, possono presentarla solo in casi specifici, quando ad esempio il piano di ristrutturazione dei debiti non sia stato effettivamente attuato.
Quali beni non sono ammessi nella liquidazione del patrimonio
Questa procedura prevede la vendita di tutti i beni di proprietà del debitore ed eventuali crediti da lui maturati, ma questo significa che alcune tipologie sono escluse dalla liquidazione del patrimonio.
Non rientrano nei beni soggetti a vendita, quindi, quelli di prima necessità per il debitore e il suo nucleo familiare, i crediti alimentari e quelli relativi al mantenimento. Rientra, invece, nell’inventario dei beni ammissibili alla procedura anche lo stipendio.
É bene sapere che in caso di dichiarazioni contraffatte o non veritiere relative alla situazione patrimoniale del debitore riportate nell’inventario, la legge con l’art. 16 punisce con la reclusione fino a due anni e la multa fino a 50.000 euro il debitore.
Prima di avviare una procedura di liquidazione dei beni è meglio sentire il parere di uno specialista debiti che potrà eventualmente suggerire altre procedure, come la formulazione di una proposta a saldo e stralcio decisamente più vantaggiosa.