Come altre figure lavorative, anche l’imprenditore agricolo può trovarsi in sovraindebitamento, ovvero in una condizione in cui si trova ad avere più debiti di quelli che può ripagare. In questo scenario, la ristrutturazione dei debiti agricoli rappresenta una procedura efficace per l’estinzione delle proprie passività.
La legge sulla ristrutturazione debiti agricoli
Per comprendere come funziona la ristrutturazione dei debiti agricoli può essere utile richiamare alla mente il Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (d.lgs. 14/2019), che ha introdotto alcune procedure per il sovraindebitamento dell’imprenditore agricolo, permettendo così a chi ha un’impresa agricola in difficoltà finanziarie di poter uscire dalla crisi e riprendere la propria attività.
Stando al quadro normativo in vigore, possono usufruire di tale possibilità coloro che svolgono attività di coltivazione del fondo, silvicoltura e allevamento di animali e attività a queste connesse. Rientrano nella procedura anche coloro che offrono prestazioni di servizi fornite con l’impiego prevalente di attrezzature che l’azienda utilizza nell’attività agricola, di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.
Quali sono le procedure di ristrutturazione dei debiti agricoli
Il legislatore ha previsto diverse forme attraverso le quali l’imprenditore agricolo può uscire dal sovraindebitamento. Tra le principali rileviamo l’accordo di ristrutturazione dei debiti, la transazione fiscale, l’accordo di composizione della crisi e la liquidazione dei beni.
Vediamoli rapidamente, uno per uno.
Accordo di ristrutturazione debiti
L’accordo di ristrutturazione dei debiti agricoli è una procedura che permette di ottenere un accordo con i creditori che rappresentano almeno il 60% dei propri debiti.
L’imprenditore agricolo, supportato dal suo consulente, potrà pertanto redigere un piano completo e presentarlo ai creditori. In caso di accordo, si procederà alla pubblicazione dello stesso presso il Registro delle imprese, atto fondamentale per proteggersi dalle possibili azioni esecutive da parte dei creditori.
Entro 30 giorni dalla pubblicazione i creditori dissenzienti possono proporre opposizione all’accordo: spetterà al giudice decidere, prima di emettere un decreto motivato che omologa il piano.
La transazione fiscale
Nel caso in cui il sovraindebitamento dell’imprenditore agricolo dipenda essenzialmente dai debiti che costui ha nei confronti del fisco, può essere utile ipotizzare una transazione fiscale con cui ottenere il pagamento parziale o dilazionato dei contributi e dei tributi di cui l’imprenditore è debitore.
Una volta presentato l’accordo di transazione fiscale, sarà l’Agenzia delle Entrate a valutare se approvare o meno l’accordo.
La composizione della crisi
Un’altra opzione percorribile per poter risolvere una condizione di sovraindebitamento dell’azienda agricola è l’accordo di composizione della crisi. In tale piano si indicano le modalità e i termini con cui l’imprenditore agricolo intende pagare i creditori: stipulato l’accordo, l’intesa andrà depositata presso il Tribunale.
Spetterà poi al giudice valutare tutta la documentazione presentata. In caso di omologazione dell’accordo, l’imprenditore non potrà essere sottoposto ad azioni esecutive da parte dei creditori.
La liquidazione dei beni
Altro percorso valutabile è quello della liquidazione del patrimonio. Previsto dalla legge n. 3/2012, può essere disposto se viene annullato o concluso l’accordo di composizione della crisi.
La liquidazione dei beni comporterà intuibilmente la vendita degli asset del debitore e la distribuzione del conseguente ricavato ai creditori. Dopo almeno 4 anni dalla presentazione della domanda il giudice potrà dichiarare chiusa la procedura e decretare l’esdebitamento.
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