Atti interruttivi della prescrizione dei debiti: quali sono?

Più volte sul sito di Specialista Debiti ho ricordato che affinché il diritto del creditore non cada in prescrizione è sufficiente esercitarlo prima che, appunto, decorrano i termini previsti dalla legge. Ma quali sono gli atti interruttivi della prescrizione dei debiti?

Come forse puoi ben immaginare, conoscere quali siano questi atti ti permetterà di comprendere se effettivamente i debiti che hai in capo stiano o meno andando in prescrizione e, dunque, come rapportarti più correttamente con il creditore per capire se e come si possa trovare una soluzione alle proprie condizioni di sovraindebitamento.

Approfondiamolo insieme.

Cosa sono gli atti interruttivi della prescrizione dei debiti

Per avere un completo orientamento su questo tema, inizio con il ricordare che è interruttivo della prescrizione quell’atto che ha come effetto principale o secondario l’effetto di interrompere il decorso del termine di prescrizione, riavviando dall’inizio il relativo calcolo.

Se per esempio il tuo debito si prescrive in 5 anni, se l’atto interruttivo viene inviato dopo 4 anni, allora il termine quinquennale si azzera, ripartendo dal momento del compimento dell’atto interruttivo stesso. Considerato che non ci sono limiti teorici alle volte in cui il creditore può interrompere la prescrizione, potenzialmente costui potrebbe non estinguere mai il suo diritto di credito.

Senza scendere troppo in profondità su questo tema, mi limito ora a condividere che gli atti interruttivi della prescrizione hanno lo scopo di evitare che il diritto si estingua. Ma come?

Quali sono gli atti interruttivi della prescrizione?

Molte persone pensano, erroneamente, che gli atti interruttivi della prescrizione siano solamente quelli che vengono emanati dal creditore, come l’istituto di credito che desidera evitare la prescrizione dei debiti bancari. Rientrano in questo ambito gli atti giudiziari (come un decreto ingiuntivo), una lettera di diffida inviata con uno strumento che consenta la prova del ricevimento (una raccomandata), e così via.

Tuttavia, gli atti interruttivi della prescrizione possono essere compiuti anche dal debitore che, suo malgrado, può dunque contribuire a interrompere i termini prescrittivi: è questo il caso di un’ammissione spontanea del debito, in modo esplicito o implicito.

Gli atti interruttivi della prescrizione da parte del creditore

Sintetizzando, i principali atti interruttivi della prescrizione per volontà del creditore sono:

  1. Atto giudiziario come la citazione, il ricorso, il precetto, il pignoramento o il decreto ingiuntivo. Vengono notificati a mezzo ufficiale giudiziario o con modalità telematiche;
  2. Diffida, chiamata anche messa in mora, sollecito di pagamento, intimazione o contestazione. È un una formale richiesta di adempimento che il creditore invia al debitore tramite strumento che dia prova della ricezione, come la raccomandata a.r. o la posta elettronica certificata. È fondamentale che all’interno del documento trovi spazio l’importo e la causa dell’obbligo.

Gli atti interruttivi della prescrizione da parte del debitore

Per quanto invece concerne gli atti interruttivi della prescrizione da parte del debitore, ritroviamo:

  • Riconoscimento del debito, quale atto esplicito (dichiarazione scritta) o tacito (richiesta del saldo e stralcio) con cui il debitore ammette l’esistenza di un debito che non è stato ancora adempiuto;
  • Contestazione dell’importo del debito, quale comunicazione che il debitore produce per contestare l’importo del credito ma non l’esistenza del credito stesso, che viene dunque sostanzialmente riconosciuta.

Per saperne di più consiglio a tutti i lettori di contattare il mio studio a questi recapiti.

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