Quando si riceve una cartella esattoriale non sempre si ha la possibilità di corrispondere il debito nell’immediato. Nel frattempo possono passare gli anni e così ci si inizia a chiedere: ma quando una cartella di Equitalia va in prescrizione.
Considerata la frequenza con cui tanti contribuenti cercano informazioni su questo tema connesso alla ricerca di soluzioni per i pagamenti con il Fisco, non potevamo certamente esimerci dal parlare di questo argomento.
Scopriamo insieme, dunque, dopo quanti anni vanno in prescrizione le cartelle di Equitalia, se le multe di Equitalia vanno in prescrizione e c
Quando una cartella di Equitalia va in prescrizione: cosa devi sapere
Quando una cartella di Equitalia va in prescrizione? Se stai cercando informazioni sulla prescrizione delle cartelle esattoriali Equitalia, la prima cosa da sapere è che tutti i diritti di credito, compresi quelli dell’Agente per la Riscossione, vanno incontro a prescrizione.
Ovvero, trascorso un determinato periodo di tempo, la cartella non può più essere riscossa dall’ente che l’ha emessa.
La prescrizione si può però interrompere, nel caso in cui, l’ente di riscossione proceda al rinnovo dei termini inviando una notifica al debitore e un sollecito di pagamento.
Dunque, il periodo per il calcolo della prescrizione di una cartella Equitalia deve partire dall’ultimo anno di notifica e di sollecito per il pagamento che si è ricevuto.
Dopo quanti anni la cartella di Equitalia va in prescrizione?
Come anticipato, le cartelle esattoriali possono cadere in prescrizione, ma in quanto tempo vengono prescritte? La risposta è dipende!
Infatti, bisogna considerare che la prescrizione per le cartelle di Equitalia non prevede un periodo omogeneo, ma il numero di anni cambia in base alla tipologia di debito contratto con l’agenzia di riscossione.
Ovvero, dalla natura e dalle caratteristiche degli importi che sono stati indicati nella cartella. Pertanto, può succedere che in alcuni casi la prescrizione sia di cinque anni, oppure di dieci anni, o ancora di tre anni.
Insomma, per capire quali siano i termini di prescrizione, bisogna comprendere quale sia la causale del pagamento. Per capire il debito che ti è stato ascritto ti basterà leggere il dettaglio della cartella di pagamento, dove viene indicata la natura di ogni singolo importo o, se preferisci, la motivazione per cui è richiesto il pagamento.
I termini di prescrizione delle cartelle di Equitalia
Ma quali sono i termini di prescrizione delle cartelle di Equitalia per le principali voci di debito? Andiamo a vedere nel dettaglio per le principali imposte a quanto ammontano gli anni che permettono alla cartella di essere prescritta e quindi non più corrisposta all’agenzia per la riscossione.
Prescrizione Irpef, Iva, Irap, Imposta di registro, Imposta ipotecaria, Imposta catastale
I termini di prescrizione per tutte le cartelle che fanno riferimento a tasse come: Irpef, Iva, Irap, Imposta di registro, Imposta ipotecaria e Imposta catastale, si prescrivono in 10 anni, con decorrenza dopo la scadenza del termine ultimo per impugnare la cartella, ovvero 60 giorni dopo l’avvenuta notifica da parte dell’ente di riscossione.
Prescrizione sanzioni amministrative
Sono invece più brevi i termini di prescrizione per le sanzioni amministrative. Dunque, se si dovesse ricevere una cartella di pagamento per un importo a debito legato a una multa per violazione del Codice della strada, il termine di prescrizione sarà pari a 5 anni, sempre con decorrenza dopo 60 giorni dalla notifica della cartella stessa.
Prescrizione imposte locali come Tari, Imu, Tarsu e Tasi
Passando alla prescrizione delle imposte locali, queste si prescrivono in 5 anni, con decorrenza trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella. Se però il titolo è una sentenza passata in giudicato, la prescrizione è di 10 anni.
Prescrizione bollo auto
I termini sono ancora più brevi per quanto riguarda il bollo auto, il cui pagamento si prescrive in tre anni o, meglio, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è diventato definitivo.
Prescrizione contributi previdenziali e Assicurativi
Passiamo infine alla prescrizione dei contributi previdenziali e assicurativi, ossia quelli che bisogna pagare quando si è iscritti come imprenditori, commercianti o liberi professionisti all’Inps e all’Inail. In questo caso, il termine per la prescrizione è di 5 anni sempre dopo l’ultima notifica di pagamento ricevuta dall’ente di riscossione.
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Cos’è l’interruzione della prescrizione delle cartelle esattoriali
L’interruzione di prescrizione delle cartelle esattoriali è il meccanismo con cui è possibile interrompere il termine originario di prescrizione di una cartella esattoriale con un atto esecutivo. In altri termini, con l’atto interruttivo i termini di prescrizione della cartella di pagamento vengono prolungati, considerato che gli stessi termini iniziano a decorrere da capo, dalla data in cui il contribuente riceve la notifica dell’atto esecutivo.
Pertanto, nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate decidesse di interrompere periodicamente la prescrizione di una cartella esattoriale, il debito del contribuente potrebbe potenzialmente prolungarsi all’infinito.
Differenza tra prescrizione e decadenza della cartella Equitalia
Attenzione poi a non confondere la prescrizione con la decadenza.
Come abbiamo visto, la prescrizione è il termine ultimo entro il quale l’Agenzia delle Entrate – Riscossione deve agire per richiedere la riscossione di una cartella esattoriale. Una volta che viene superato tale termine senza che vi sia un atto interruttivo della prescrizione, ogni atto esecutivo inviato da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione sarà considerato illegittimo.
La decadenza, invece, è il termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate deve notificare la cartella di pagamento. Per esempio, nel caso del bollo auto la notifica di pagamento decade dopo due anni, per cui una notifica di pagamento giunta nel 2023 per un bollo auto del 2018 è da considerarsi nulla e illegittima.
Attenzione: la decadenza non determina l‘estinzione del debito ma l’estinzione dell’azione di notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione. Pertanto, se l’Agenzia delle Entrate decade dalla riscossione ma il debito non è ancora in prescrizione, il creditore può sempre pretenderlo in via giudiziaria, attraverso una causa davanti al giudice.
Cosa succede se la cartella Equitalia va in prescrizione
Quando una cartella Equitalia è prescritta la richiesta di pagamento non è più valida. Se pertanto si verifica la situazione di un invio di una cartella prescritta da parte dell’Agenzia delle Entrate, è possibile presentare un’istanza di autotutela, una sorta di reclamo con cui si segnala l’irregolarità della pretesa di pagamento, nell’auspicio che l’ente possa tornare sui suoi passi.
In caso alternativo si può ricorrere a un giudice per un ricorso da presentarsi entro 60 giorni dalla notifica di pagamento del debito e chiedere l’annullamento dello stesso per prescrizione.