Il decreto ingiuntivo è una formula attraverso la quale il creditore viene immediatamente tutelato dall’insolvenza del debitore. Si tratta anche di uno strumento comodo e pratico che permette di rendere più snelli i tempi del giudizio ordinario e di far ottenere al creditore quanto spetta.
Validità Decreto ingiuntivo: come funziona
Con il decreto ingiuntivo, quindi, il Giudice chiede a colui che ha contratto il debito di sanare l’obbligazione pagando quanto previsto o consegnando un bene o altre cose fungibili. Solitamente, il debitore ha 40 giorni di tempo dall’arrivo della notifica dell’ingiunzione di pagamento per saldare il debito. In questo lasso di tempo, inoltre, il debitore può presentare ricorso contro il decreto ingiuntivo.
Si tratta di una scelta che comporta un iter snello e rapido rispetto alla normale procedura di recupero crediti ed è sicuramente uno strumento più economico dato che comporta dei costi fissi in base all’importo del debito.
Per dare avvio a questo procedimento, il creditore deve presentare al Giudice un ricorso completo di prove scritte, come fatture, estratti conto e altre scritture contabili che attestino la presenza del debito. In assenza di tale documentazione, non è possibile ottenere un decreto ingiuntivo e bisognerebbe ricorrere a dei testimoni.
Se il debitore non paga quanto dovuto, il creditore, tramite il giudice, può procedere con l’atto esecutivo di pignoramento dei beni.
Ci sono dei casi, però, in cui il Giudice chiede che sia disposto immediatamente il pagamento, senza attendere, quindi i 40 giorni: si tratta del decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo.
Questo strumento, previsto dall’articolo 642 del Codice Civile, prevede che il pagamento avvenga entro 10 giorni dal ricevimento della notifica, con alcune forme specifiche come la cambiale, un assegno bancario o circolare, un certificato di credito relativo alle differenze di valore dei contratti di borsa o un atto del notaio. Il termine del decreto ingiuntivo di 40 giorni rimane, ma in questo caso non si riferisce al pagamento, ma alla possibilità per il debitore di presentare ricorso.
L’ingiunzione di pagamento immediatamente esecutiva è valida anche nei casi in cui si dimostra che il debitore versa in una grave situazione economica che, ad esempio, lo costringe a vendere i suoi beni e quindi difficilmente riuscirà a saldare il suo debito.
Scadenza decreto ingiuntivo quando si verifica
Quali sono termini decreto ingiuntivo? Il decreto ingiuntivo perde la sua validità se non viene notificato entro 60 giorni dalla data di deposizione dell’atto in cancelleria. Tuttavia, il creditore può richiedere nuovamente di inviare al debitore un’ingiunzione di pagamento. Invece, la decadenza del decreto ingiuntivo, ovvero la sua prescrizione che quindi ne annulla la validità ha un termine di 10 anni.
Come richiedere la sospensione provvisoria esecuzione decreto ingiuntivo
Se non è possibile pagare i debiti, il debitore può opporsi all’ingiunzione di pagamento presentando un ricorso, una soluzione disciplinata dall’art. 649 c.p.c.. É bene sapere che sarà il Giudice a valutare il singolo caso e a confermare, nel caso sussistano le condizioni, la sospensione provvisoria dell’esecuzione del decreto ingiuntivo. Si tratta comunque di una sospensione temporanea e non una revoca totale del provvedimento.
Inoltre, è bene sapere che la legge non indica dei requisiti precisi per la sospensione provvisoria del decreto ingiuntivo e, quindi, ogni decisione, che non è impugnabile, viene rimessa totalmente al Giudice.
Sebbene la legge preveda questa possibilità, offrendo così al debitore di prendere tempo per onorare le obbligazioni contratte, la sospensione provvisoria dei decreti ingiuntivi non è molto chiara e vale sempre la pena rivolgersi a un professionista esperto.
In alcuni casi, poi, se il Giudice non è stato assegnato, si potrà rivolgere la richiesta di sospensione al creditore e quindi al Tribunale, ma si tratta di un procedimento che prevede tempi lunghi.